Circolo del cinema di Bellinzona

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gennaio_febbraio_2013

A PROVA DI MORTE

a cura dei Circoli del cinema ticinesi, in collaborazione con il Festival del film di Locarno

 

DEATH PROOF

conosciuto anche con il titolo QUENTIN TARANTINO’S DEATH PROOF  GRINDHOUSE – A PROVA DI MORTE


  1. Sceneggiatura: Quentin Tarantino; fotografia: Quentin Tarantino; montaggio: Sally Menke; musica: AA. VV.; scenografia: Steve Joyner; interpreti: Kurt Russell, Sydney Tamiia Poitier, Vanessa Ferlito, Jordan Ladd, Rose McGowan, Tracie Thoms, Zoe Bell, Mary Elizabeth Winstead, Michael Parks, Jerili Romeo, Omar Doom, Marley Shelton, Josh Brolin, Eli Roth, Quentin Tarantino; produzione: Quentin Tarantino, Robert Rodriguez, Elizabeth Avellan, Erica Steinberg per A Band Apart, Dimension Films, Rodriguez International Pictures, Troublemaker Studios, Usa 2007-

  2. Dvd, colore e b/n, v.o. st. it, 127’


“Stuntman” Mike (Russell) incrocia in un bar le tre amiche “Jungle” Julia (Poitier), Arlene (Ferlito) e Shanna (Ladd), decise a passare una vacanza da sole. Dopo aver accolto in macchina l’autostoppista Pam (McGowan), si lancia sulle tracce delle tre ragazze, deciso a verificare la loro resistenza agli incidenti automobilistici frontali. Qualche tempo dopo prova a ripetersi con Abernathy (Dawson), Zoe (Bell, una vera stunt, che in Kill Bill faceva la controfigura di Uma Thurman) e Kim (Thoms) che girano allegre in auto per la campagna. Ma avrà più di una sorpresa.

Uscito come film autonomo e con una sequenza in più (la lapdance della Ferlito, al posto della quale per gli spettatori americani compariva un cartello con la scritta “missing reel”, ovvero “rullo mancante”), è il secondo episodio (con Planet Terror di Robert Rodriguez e un intermezzo di falsi trailer) dell’originale Grindhouse, distribuito nella versione di 191′ solo negli USA e in Francia. Il titolo indica il termine gergale per i locali di ultima visione dove negli anni Settanta si vedevano due film, spesso di serie Z, con un biglietto solo. Tarantino (anche sceneggiatore e direttore della fotografia) ricrea con interventi digitali il look delle pellicole in condizioni tecniche impresentabili che circolavano in quelle sale: graffi, sfocature, salti di quadro, tagli ecc. Ma il film è solo l'ennesima dimostrazione di una radicalità cinematografica che non riesce più a diventare spettacolo appassionante e coinvolgente: il rifiuto delle tradizionali regole narrative e la gratuità degli interventi sulla pellicola portano a una perdita totale di tensione (le due situazioni gemelle non hanno alcun crescendo, le azioni di Stuntman Mike mancano di ogni spiegazione); il gioco di citazioni (…) e di rimandi (…) perde qualsiasi significato per trasformarsi in una inutile prova di bulimia cinefila; l'ambizione di fare "cinema popolare" annega in interminabili dialoghi furiosi e squilibrati. Resta la testimonianza (orgogliosa ma "suicida") del vicolo cieco in cui rischia di finire certo cinema postmoderno (…) Colonna sonora al solito ricchissima con brani di The Coasters, Eddie Floyd, Willy deVille e la riscoperta di Hold Tight di Dave Dee, Dozy, Beaky, Mick & Tich (…) Negli USA un sonoro flop, in Italia un successo moderato.


In Grindhouse Kim e Zoe sono due stuntwomen e questa non è necessariamente una caratteristica maschile, c'è un'intera storia di donne che hanno fatto le stunt. Non sarebbe stato corretto dargli dei tratti maschili: certo, sono due pesti, ma non lo sono solo gli uomini! Si mantengono da sole, e anche questa non è una cosa solo da uomini. Lo fanno tutti gli esseri umani, dipende solo da che tipo di essere umano si intende. Sono molto fiero dei personaggi femminili del mio film proprio perché sono molto femminili. Parlano come vere donne, come delle qualsiasi ragazze di oggi.

(Quentin Tarantino, da www.Trovacinema.it)


Sinossi e giudizi critici sui film tratti da Il Mereghetti. Dizionario dei film 2011, Milano, Baldini Castoldi Dalai, 2010.