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BRUNO GANZ
tra parola e silenzio
28 aprile – 10 giugno 2003
PRESENTAZIONE * PROGRAMMA BELLINZONA * PROGRAMMA LOCARNO * SCHEDE
Dopo Leopold Lindtberg e Michel Simon, i Circoli del cinema di Bellinzona e di Locarno dedicano l’ultima rassegna prima della pausa estiva ad un altro grande del cinema svizzero, l’attore Bruno Ganz. Questa concentrazione di rassegne sul cinema svizzero non è del tutto voluta: l’omaggio a Bruno Ganz era infatti previsto da tempo, prima ancora che egli facesse parte della giuria del Festival internazionale del film di Locarno nel 2002.
Noi presentiamo Bruno Ganz come attore cinematografico, ma è importante ricordare che egli è uno degli attori teatrali più importanti degli ultimi trent’anni nel teatro di lingua tedesca.
Nato il 22 marzo del 1941 a Zurigo da padre svizzero e da madre italiana, lascia il liceo prima di ottenere la maturità per diventare attore. Inizia la sua formazione al Bühnenstudio di Zurigo, ma poi recita nei teatri più importanti e innovativi in Germania: sotto Heinz Hilpert al Deutsches Theater di Göttingen, poi sotto Kurt Hübner a Brema ed infine con il regista Peter Stein alla Berliner Schaubühne.
Durante la sua carriera teatrale ha interpretato diversi eroi classici: dall’Amleto di Shakespeare al Torquato Tasso di Goethe, dal Principe di Homburg di Kleist all’Empedokles di Hölderlin, probabilmente il suo scrittore preferito. Nel 1996, dopo la morte di Josef Meinrad, attore del Burgtheater di Vienna, riceve l’anello di Iffland, il più grande onore per un attore di lingua tedesca. Lui stesso ammette che questo riconoscimento è stato importante per lui, che gli ha dato forza e stabilità. Nel 2000 è stato il protagonista della versione integrale (19 ore) del Faust di Goethe, sempre con la regia di Peter Stein. Il suo giovane collega Jens Harzer dice di lui: “Penso che Bruno Ganz con la sua voce riesca a creare un proprio mondo linguistico che si oppone al mondo, come se così si potesse aumentare la durata delle parole per secondi. Questo è in fin dei conti un processo profondamente poetico dell’attore, che non fa altro che eseguire il lavoro del poeta. Solo così la parola può diventare anche silenzio; quando si cerca il respiro dentro di sé, si segue il canto delle parole e, una volta terminato, si arriva a una fine.” (da” Theater heute”, 6/2001).
Per motivi organizzativi (Bruno Ganz ha lavorato in una cinquantina di film) e anche linguistici (alcune pellicole sono ottenibili solo in versione tedesca o svizzerotedesca senza sottotitoli), la nostra rassegna è largamente incompleta. Malgrado ciò siamo comunque convinti di poter dare un’ ampia visione del suo lavoro cinematografico.
A 19 anni interpreta il suo primo ruolo cinematografico nella commedia gialla Der Herr mit der schwarzen Melone (1960) di Karl Suter. I suoi primi successi significativi li ha però avuti nella seconda metà degli anni 70: con La Marquise d’O… di Eric Rohmer, in cui si muove e recita da grande attore teatrale il testo elaborato di Kleist; con Der amerikanische Freund di Wim Wenders, dove interpreta un corniciao malato, pronto all’omicidio e strappato dal suo mondo; con Messer im Kopf di Reinhard Hauff, dove assume in modo straordinario il ruolo di un biogenetico colpito alla testa da un poliziotto durante una razzia in un centro giovanile, perdendo così memoria e lingua; e anche con Die linkshändige Frau di Peter Handke, accanto a Jeanne Moreau. Nella prima metà degli anni 80 lavora con diversi registi svizzeri: dapprima in un ruolo a lui congeniale in Der Erfinder di Kurt Gloor, poi in La Provinciale di Claude Goretta ed infine come protagonista di una deliziosa storia d’amore vissuta a Lisbona in Dans la ville blanche di Alain Tanner. Seguono altri due film con Wim Wenders: Der Himmel über Berlin, nel quale trova in Otto Sanders un co-protagonista perfetto (entrambi nel ruolo di due angeli) e il meno riuscito In weiter Ferne so nah, prima del quale è stato anche il protagonista di Bankomatt del ticinese Villi Hermann. In L’éternité et un jour di Theo Anghelopulos vediamo un Bruno Ganz “maturo” che interpreta un poeta morente. Dopo lo splendido ruolo del cameriere-filosofo in Pane e tulipani di Silvio Soldini, Bruno Ganz ha lavorato con alcuni registi svizzero-tedeschi: dapprima con Clemens Klopfenstein nel road-movie letterario WerAngstWolf, poi in Epsteins Nacht di Urs Egger, che segna un ritorno alle sue radici teatrali.
La rassegna inizia con il documentario Behind me di Norbert Wiedmer, nel quale il regista accompagna l’attore durante le prove del già citato Faust. Questo film ci permette di conoscere Bruno Ganz non solo come attore ma anche come uomo. Così egli ha scritto al regista Norbert Wiedmer: “Ich werde ganz sein im Projekt “Ganz” und ich werde es ganz und gar sein” (“Nel progetto Ganz sarò completo e lo sarò fino in fondo”).

Nello Bernasconi
Circolo del cinema Bellinzona


Si ringrazia il Service culturel de l’Ambassade de France a Berna per l’ottenimento della copia di La Marquise d’O... di Eric Rohmer
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