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La doccia - Shower
Gestito alla perfezione da un anziano signore e da un suo figlio handicappato mentale, un vecchio bagno pubblico di Pechino è il ritrovo giornaliero di tutti gli uomini del rione che vengono a parlare, a giocare, a litigare, e anche a cantare a squarciagola sotto la doccia “O sole mio”. Un giorno il vecchio gestore riceve la visita del figlio maggiore, che ne prenderà il posto per qualche giorno. Nel frattempo si viene a sapere che il distretto verrà distrutto per lasciare spazio a un nuovo centro commerciale… Lettura politica: senza vestiti tutti gli uomini sono uguali e il bagno è probabilmente l'unico posto di vera democrazia popolare aperto in tutta la Cina. Conclusione: sarà per questo che va demolito? Quando, a causa della falsa informazione che il padre sia morto, torna a casa (e al bagno) il figlio più grande partito anni prima per il Sud (aria da manager e di superiorità, palese distacco rispetto al lavoro del padre e del fratello; in realtà, triste e infelice con problemi di famiglia), ci vuole poco perché il figliol prodigo cambi atteggiamento e comprenda quanto è bello vivere tra vasche, vecchietti, asciugamani, pettegolezzi e macchiette. Film molto accorto, a tratti anche molto furbo, sempre piacevole, Shower fila via con piacere fino ad un esaltante prefinale ancora una volta sotto il segno e il canto (bagnato!) di “O sole mio”. (Bruno Fornara, in “Cineforum”, 392, marzo 2000)
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