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REBEL WITHOUT A CAUSE
Figlio unico di buona famiglia, Jim Stark non avrebbe alcun motivo, agli occhi dell'America calvinista degli anni Cinquanta, per ribellarsi al mondo degli adulti. Bisognoso di autenticità, trova un amico nel tormentato e forse troppo affezionato Plato, e conquista il cuore di Judy, la ragazza del capo di una banda rivale. Dopo avere sfidato quest'ultimo nella “corsa del coniglio” (perde chi salta fuori per primo da una macchina lanciata verso uno strapiombo), si ritrova inseguito dai suoi compari e dalla polizia. E vedrà sfasciarsi anche la famiglia alternativa che ha costruito. Il film che, dopo La valle dell'Eden, impose definitivamente Dean come mito di una generazione, è anche un saggio di regia, sempre funzionale alla messa in scena drammatica: vedi l'uso espressionista del colore, la funzionalità del formato panoramico (CinemaScope), il taglio obliquo di certe inquadrature, il montaggio frenetico e l'audacia di certe soggettive. Sequenze come il dialogo iniziale di Dean ubriaco col fiore, la “corsa del coniglio” o il finale tragico sono entrate nella memoria del cinema. Un classico, allora in anticipo sui tempi, che non ha smesso di emozionare. Battezzò una generazione di attori che, Wood a parte, si bruciò in fretta: Dean morì il 30 settembre di quello stesso anno e Mineo non si levò più di dosso il clichè del ribelle triste. Dennis Hopper, nella parte di Goon, è al suo primo ruolo di qualche spicco. Ray compare nell'ultima inquadratura. (Mereghetti) |
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