CIRCOLO DEL CINEMA DI BELLINZONA
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CHI LI HA VISTI ?
Percorsi nell'invisibilità tra esclusione e utopia
Mat'i syn
(Madre e figlio) di Aleksandr Sokurov, Russia/Germania 1997
Sceneggiatura : Yuri Arabov ; fotografia : Alexei Fjodorov ; montaggio : Leda Semyonova ; musiche : Mikhail Ivanovic Glinka, Otmar Nussio, Giuseppe Verdi ; interpreti : Gudrun Geyer, Alexei Ananishnov ; produzione : Thomas Kufus per Ö Film/Severnyi Fond/Zero Film.35 mm, colore, v.o. st. f/t, 75'
In una campagna vicino al mare, un figlio assiste la madre morente. La storia è tutta qui, e tanto basta : i dialoghi sono scarni e toccanti, i temi sono alti e fuori dal tempo : l'uomo di fronte alla natura e alla morte, l'amore filiale, la memoria. Ma tutto è alluso indirettamente, attraverso uno stile fatto di lunghi piani-sequenza in cui l'inquadratura è deformata da lenti anamorfiche e filtri ; con lo scopo di creare un cinema di emozione pura, di intensità lancinante, che passa attraverso l'esperienza del tempo : lo sguardo si perde in immagini ispirate alla tradizione del paesaggio romantico di Caspar David Friedrich, e si lascia guidare da un sonoro suggestivo e quasi subliminale, che mixa suoni della natura e brandelli di musica classica. Primo film a trovare circolazione in Italia del regista russo considerato erede di Tarkovskij. All'estero gente come Scorsese, Susan Sontag e Nick Cave hanno elogiato questo capolavoro ; qui da noi, grazie anche a una distribuzione demente, non se n'è accorto quasi nessuno.
(Paolo Mereghetti)