CIRCOLO DEL CINEMA DI BELLINZONA

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Hitchcock

Parte II 1935-1938 / 1946-1954

settembre 1999 - maggio 2000

Hitchcock, parte seconda, nell'anno dei suoi virtuali cent'anni. Eravamo rimasti a Spellbound (1945), alla fine della guerra e ben radicati ad Hollywood. Ma prima di proseguire nel nostro lungo cammino cronologico (che, ricordiamo, si concluderà l'anno prossimo), ecco che il CAC Voltaire di Ginevra ci porge su un piatto d'argento un regalo insperato: la riedizione, su copie nuove, di due splendidi film del periodo inglese, di cui l'anno scorso lamentavamo la lacunosa rappresentatività:

 

The Thirty-Nine Steps (Il club dei trentanove, 1935) e The Lady Vanishes (La signora scompare, 1938). E' con grande piacere che li offriamo al nostro pubblico, che finora si è dimostrato affezionatissimo all'appuntamento mensile con il grande "Hitch".

Poi si continua presentando tutto quanto siamo riusciti a trovare del periodo 1946-1954 e (questo è un regalo del caso) la serie di film si apre e si chiude con le due opere che François Truffaut considerava le più grandi in assoluto del maestro inglese: Notorious (Notorious, l'amante perduta, 1946) e Rear Window (La finestra sul cortile, 1954). Due capolavori indiscussi, due film da salvare ad ogni costo in previsione dell'ipotetico naufragio sull'isola deserta, anche ma non solo per la presenza degli attori più schiettamente hitchcockiani: Cary Grant e Ingrid Bergman, James Stewart e Grace Kelly. E non che nel mezzo rimangano le briciole: dal sottovalutato The Paradine Case (Il caso Paradine, 1947) a Rope (Nodo alla gola, 1948), primo film di Hitchcock a colori e primo caso nella storia del cinema di un film realizzato senza l'aiuto del montaggio (che nel resto della sua opera ha invece un'importanza fondamentale); da Strangers on a Train (L'altro uomo o Delitto per delitto, 1951) a I Confess (Io confesso, 1953), variazioni sull'ossessione del doppio in ognuno di noi e sul trasferimento della colpa da un individuo all'altro; senza dimenticare Stage Fright (Paura in palcoscenico, 1950), opera sicuramente minore ma che vale comunque la pena di vedere, non foss'altro che per l'interpretazione di Marlène Dietrich.

Salutiamo con piacere la ritrovata presenza nella nostra esplorazione dell'opera di Hitchcock del Circolo del cinema di Locarno, che ci auguriamo di avere con noi anche l'anno prossimo, quando ci concentreremo sui grandi film a colori degli anni '55-'72.

Michele Dell'Ambrogio

Circolo del cinema Bellinzona

 

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