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Hitchcock
I Confess
Io confesso USA 1953
Soggetto e sceneggiatura: George Tabori e William Archibald, dalla commedia di Paul Anthelme Our Two Consciences; fotografia: Robert Burks; musica: Dimitri Tiomkin (direzione Ray Heindorf); montaggio: Rudy Fehr; interpreti: Montgomery Clift, Anne Baxter, Karl Malden, Brian Aherne, O.E. Hasse, Dolly Haas, Roger Dann, Charles André, Judson Pratt, Ovila Legare, Gilles Pelletier; produzione: A. Hitchcock (Warner Bros.).
Padre Logan, ingiustamente accusato di omicidio, non può difendersi perché il vero assassino, il suo sacrestano, gli ha rivelato la verità in confessionale: per coerenza con le sue convinzioni religiose subirà l'affronto di un processo e l'odio della gente.
Il trattamento del soggetto mancava di umorismo e di finezza. Non voglio dire che bisognava mettere più umorismo nel film, ma, da parte mia, l'avrei dovuto girare con un atteggiamento più ironico, come ho fatto con Psycho: una storia seria raccontata con ironia. (A.H.)
Montgomery Clift è notevole. Ha veramente un solo atteggiamento e anche un solo sguardo dall'inizio alla fine del film: una dignità totale con una leggerissima sfumatura di stupore. Il film, ancora una volta, gioca sul tema del trasferimento del senso di colpa da un personaggio all'altro, che in questo caso è rafforzato dalla religione e da un concetto assoluto della confessione. Dal momento in cui Montgomery Clift è venuto a conoscenza, tramite la confessione di Otto Hasse, del delitto che quest'ultimo aveva commesso, diventa lui stesso il colpevole e l'assassino lo capisce bene. (François Truffaut)
H. attraversa la parte alta di una scalinata.