CIRCOLO DEL CINEMA DI BELLINZONA

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Il Junger Deutscher Film

Alice in den Städten
(Alice nelle città), 1973

di Wim Wenders

soggetto: Wim Wenders; sceneggiatura: W. Wenders con la collaborazione di Veith von Fürstenberg; fotografia (16 mm): Robbie Müller; montaggio: Peter Przygodda, suono: Martin Muller; interpreti: Rudiger Vogler (Felix Winter), Yella Rottlander (Alice), Lisa Kreuzer (Lisa), Edda Köchl (Edda), Didi Petrikat, Ernst Böhm, Sam Presti, Lois Moran; produzione: Joachim von Mengershausen per Produktion 1 im Filmverlag der Autoren (Monaco); origine: Germania occidentale; durata: 110'.

Nella convinzione che l'iterativa realtà americana possa essere ridotta ad essenza solo dalla sua Polaroid, Felix consegna al suo editore alcune foto, abbozzo di un libro ancora da scrivere sul suo viaggio. Licenziato per inadempienza contrattuale, Felix decide di tornare in Germania, dopo aver visto per l'ultima volta la sua ex compagna. All'aeroporto incontra una giovane donna, Lisa, che con la sua bambina, Alice, sta tornando in Germania, lasciandosi alle spalle una crisi matrimoniale. La donna affida Alice a Felix, dando loro un appuntamento ad Amsterdam, ma ad Amsterdam non si presenterà. Felix, evidentemente seccato e allo stesso tempo impietosito dalla piccola Alice, si mette con lei alla ricerca della nonna, della quale la bambina finge di ricordare l'indirizzo: in realtà l'unica traccia che possiede è la foto di una casa simile a tante altre nella Ruhr. Dopo alcuni giorni, i due, accomunati praticamente dalla ricerca di radici che non hanno, diventano grandi amici. Felix pensa però che sia giusto affidare la piccola alla polizia, ma Alice scappa e torna dal suo amico. Il ritorno di Lisa mette fine alla bella avventura: nell'ultimo viaggio comune Felix promette alla piccola amica che continuerà a scrivere.

Realizzato in due mesi con una produzione a basso costo ad opera del Filmverlag der Autoren, la casa di produzione indipendente dei giovani autori tedeschi, Alice in den Städten ha ottenuto un notevole successo, soprattutto all'estero. La ricerca di una memoria, di un passato, quella di una nuova scrittura e di una nuova storia sono i motivi presenti in Alice in den Städten e trasversalmente in tutta la trilogia del viaggio di Wenders. Attraverso Alice - ciò che di originale e primario c'è in ogni nome - il passato appare assente, perciò il linguaggio filmico risulta nuovo: una costante fruizione fenomenologica del reale determina le azioni dei due protagonisti calati in una dimensione spazio-temporale più umana ma anche più cinematografica. L'uso del bianco e nero, le descrizioni paesaggistiche e i lunghi vuoti di parola riportano il cinema alle origini, quando il gesto - il movimento wendersiano - sostituiva la parola, afasia contemporanea alla quale il movimento si contrappone. Alice in den Städten è un road movie esistenziale che ritrova, al di là delle descrizioni reali, la possibilità di un nuovo soggettivismo.