Il posto, 1961
di Ermanno Olmi
soggetto, sceneggiatura e montaggio: Ermanno Olmi; fotografia: Lamberto Caimi scenografia: Ettore Lombardi; musica: Pier Emilio Bassi; interpreti: Sandro Panzeri (Domenico Cantoni), Loredana Detto (Antonietta Masetti, 'Magalí'), Tullio Kezich (lo psicotecnico), Mara Revel (la signora anziana); produzione: The 24 Horses; origine: Italia; durata: 90'.
Domenico Cantoni, un giovane della provincia milanese, si reca in città per partecipare ad un concorso indetto da una grande azienda. Durante gli esami conosce Antonietta, una giovanissima ragazza di Milano, anche lei alla ricerca di un posto come impiegata. Domenico supera le prove ed è assunto anche se in un primo momento dovrà fare l'aiuto-usciere. Anche Antonietta lavora nell'azienda. I diversi turni e le diverse mansioni impediscono però ai due ragazzi di incontrarsi. All'avvicinarsi di capodanno, Domenico incontra inaspettatamente Antonietta che lo invita alla festa che sarà organizzata dal circolo aziendale. Quando va al ballo, ha però la delusione di non trovarla. Il giorno dopo apprenderà che, per la morte di uno degli impiegati, potrà lasciare la divisa da usciere, avere una scrivania tutta sua, e iniziare finalmente la sua carriera da impiegato.
Lineare nella costruzione narrativa, Il posto appartiene ad un genere di difficile catalogazione: il dramma dei sentimenti. Interpretato da attori presi, per la maggior parte, dalla strada, alla maniera del neorealismo, è un'evocazione in chiave lirico-ironica (un'ironia sempre lieve) di una condizione umana di precoce alienazione. In un clima vagamente crepuscolare, articolandosi in tanti brevi episodi, il film sembra porre a frutto la lezione zavattiniana dell'osservazione partecipante e delinea un quadro sociologicamente attendibile del mondo impiegatizio di una città come Milano agli inizi degli anni '60. Volutamente anti-spettacolare, il film di Olmi si colloca tra gli esempi di un cinema che presta grande attenzione alle psicologie e ai drammi privati dei protagonisti.