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SUSSURRI E GRIDA
Viskningar och rop, Svezia 1973
Sceneggiatura: Ingmar Bergman; fotografia: Sven Nykvist; montaggio: Siv Lundgren; musica: Chopin; interpreti: Harriet Andersson, Kari Sylwan, Ingrid Thulin, Liv Ullmann, Anders Ek, Inga Gill, Erland Josephson, Henning Moritzen, Georg Ahlin, Linn Ullmann…; produzione: Lars-Owe Carlberg per Cinematograph/Filminstitutet, Liv Ullmann, Ingrid Thulin, Harriet Andersson, Sven Nykvist.
35mm, colore, v.o. st f/t, 91'
In una villa del primo Novecento, Agnese (Andersson) sta morendo di cancro assistita dalle due sorelle in perenne conflitto tra loro (Thulin e Ullmann) e dalla premurosa governante (Sylwan).
Capolavoro insuperato, complesso e limpidissimo allo stesso tempo (…) Le stanze foderate di rosso cupo fanno pensare all'interno della donna e il film potrebbe essere letto come metafora della penetrazione cinematografica nell'universo femminile. Scomposto in quattro figure molto ben delineate e interpretate in modo eccellente (“la moribonda, la più bella, la più forte, la servizievole”: Bergman sostiene di aver voluto rappresentare altrettanti aspetti della personalità della madre, senza farne la biografia). Oltre all'uso psicoanalitico del colore, vanno ricordati la rigorosa scansione temporale (orologi, diario, musica) e la geometrica organizzazione dello spazio, che consentono al regista di tenere sotto controllo la forte emotività del racconto. Il titolo è preso da una recensione musicale, in cui il critico aveva definito un quartetto di Mozart “come sussurri e grida”. La straordinaria fortografia è del solito Sven Nykvist, Marik Vos firma la scenografia, Greta e Karin Johanson i costumi.
Tutti i miei film possono essere pensati in bianco e nero, eccetto Sussurri e grida. C'è scritto anche nella sceneggiatura, io ho sempre immaginato il rosso come l'interno dell'anima.(1)
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