Bastardi pechinesi - Beijing Bastards
Beijing zazhong
di Zhang Yuan, 1993
- Sceneggiatura: Zhang Yuan, Tang Dalian, Cui Jian; fotografia: Zhang Jian; montaggio: Feng Shihai; musica: Cui Jian, Dou Wei, We Yong; interpreti: Cui Jian, Li Wei, Wu Gang, Bian Tianshuo, Tang Dalian, Bian Jing, Wen Li, Yu Feihong; produzione: Beijing Zazhong Group (Shu Kei, Christopher Doyle, Cui Jian, Zhang Yuan), Hong Kong.
35mm, colore, v.o st. it., 95'
Vita quotidiana dei componenti di un gruppo rock a Pechino: sfratti, fidanzate incinte che non sanno se tenere il bambino, conflitti col potere (la testa rasata del protagonista nell'ultima scena allude a un soggiorno in prigione). Cui Jian (attore, cosceneggiatore e coproduttore) è uno dei più noti rocker cinesi.
Il film è una sfida alla tradizione narrativa. Mescolando realismo, fantastico, immaginario e ricordo come in un arazzo, cerca di rispecchiare lo stato d'animo della gioventù nella Cina contemporanea, uno stato d'animo che si potrebbe definire come il risultato globale di una cultura contemporanea degradata. Nel corso del film, ci imbattiamo in personaggi che vagano alla ricerca di qualcosa che li aiuti a vivere. Allo stesso modo il film procede alla ricerca di un tema, attraverso i destini incrociati di questi giovani che sopravvivono tra amore, droga e inerzia totale. (Zhang Yuan)
- Zhang Yuan è nato a Nanchino nel 1963 e si è diplomato all'Istituto di cinema di Pechino nel 1989. Si rifiuta di entrare nello Studio militare 1. Agosto. Il suo primo film, Mama (1990), è il primo film indipendente cinese dal 1949 e segna la nascita della Sesta Generazione dei registi cinesi. Bastardi pechinesi (1993) è realizzato clandestinamente ed è presentato a Locarno come il primo film punk realizzato in Cina. Seguono altri film “illegali”che hanno un successo internazionale, tra cui East Palace, West Palace (1996), primo film cinese a trattare direttamente il tema dell'omosessualità, e il documentario Crazy English (1998), pure presentato a Locarno. Nel 1999 gira il suo primo film in studio, 17 anni, che vince il Leone d'oro a Venezia. Seguono tre film “legalizzati”, I Love you (2002), Jiang Jie (2003) e Green Tea (2003) e infine La guerra dei fiori rossi (2006), prodotto da Marco Müller e presentato a Castellinaria
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