7 settembre - 21 ottobre 2020 |
Questa rassegna era prevista in primavera, ma purtroppo ha dovuto essere annullata (quando le locandine erano già stampate!) a causa del covid, che tra le altre cose ha comportato la chiusura delle sale cinematografiche.
Essendo da molti anni un appuntamento irrinunciabile per i cineclub ticinesi, proprio non ci sentivamo di considerarla cancellata dalla memoria e quindi la riproponiamo ora, con solo qualche piccolo aggiustamento (un film in meno a Bellinzona, qualcuno in più nelle altre località). Quando la si era allestita dopo le Giornate di Soletta di gennaio, ancora non si conoscevano i premi del cinema svizzero, ma solo i film nominati, che erano quasi tutti i lungometraggi di finzione proposti. Ora che si sa chi ha ricevuto i Quartz, i nostri piccoli “Oscar” nazionali, siamo lieti di annoverarne nel programma che avete sottomano ben quattro su cinque: Le milieu de l’horizon, Baghdad in my Shadow, Moskau einfach! e Der Büezer. Un bel bottino, ci pare di poter dire, dal momento che l’unico escluso è Bruno Manser – Die Stimme des Regenwaldes, premio per la miglior interpretazione maschile), film già uscito nelle sale della Svizzera italiana. Se qualcuno dovesse chiedersi come mai alcuni di questi lungometraggi di finzione non sono programmati in tutte e quattro le località, la risposta è duplice: prima di tutto ogni cineclub sceglie i film in completa autonomia; e inoltre bisogna tener presente il fatto che alcuni sono già usciti o usciranno nel normale circuito delle sale (solitamente al Lux di Massagno, all’Otello di Ascona, talvolta anche a Mendrisio), per cui si è voluto evitare inutili doppioni nella stessa regione. Per quanto riguarda il documentario, molti erano quelli in lista per i premi e nessuno di quelli da noi scelti ha ricevuto una nomination, pur essendo a nostro parere di grande interesse. Da una parte abbiamo voluto riservare un certo spazio alle produzioni ticinesi (il bellissimo Moka noir di Erik Bernasconi e Monsieur Pigeon di Antonio Prata). D’altra parte abbiamo escluso un paio di nominati perché si sono già potuti vedere in altre occasioni (Immer und ewig di Fanny Bräuning, che poi ha vinto i premi per il miglior documentario e la miglior musica, aveva aperto la sesta edizione di “Guardando insieme“, Madame di Stéphane Riethauser era in programma come apertura della settima, poi sfortunatamente annullata anch’essa, ma recentemente è stato proiettato a Chiasso) ed altri perché non abbiamo potuto vederli o perché non avevamo più date a disposizione per collocarli. Quest’anno siamo particolarmente soddisfatti anche perché “Un po‘ di cinema svizzero“ rappresenta bene i diversi centri di produzione del paese e il plurilinguismo nazionale: lo spettatore potrà sentir parlare tedesco (o schwyzerdütsch) in Der Büezer e in Moskau einfach!; francese in Le milieu de l’horizon, Les particules, Tambour battant, Delphine et Carole, Monsieur Pigeon e Citoyen Nobel; italiano in Moka noir e nel corto Alma nel branco. Ma, come è risaputo, il cinema svizzero travalica spesso le frontiere e si potranno sentire anche altre lingue, come l’arabo in Baghdad in my Shadow o l’inglese in Gateways to New York. Questa rassegna, che è poi come sempre una selezione di quanto si è potuto vedere alle Giornate di Soletta, ci è come già accennato molto cara. E fra i diversi motivi che ci spronano a riproporla ogni anno, non va sottovalutata la crescente presenza di pubblico, che sembra finalmente aver capito che il cinema svizzero non ha nulla da invidiare alle cinematografie nazionali più blasonate. Michele Dell’Ambrogio, Circolo del cinema Bellinzona |
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