novembre – dicembre 2020 |
Scriviamo queste righe in un momento di grande incertezza, nel pieno della recrudescenza della pandemia di covid-19.
I cineclub ticinesi hanno ripreso l’attività a settembre, riproponendo le rassegne che erano state annullate in primavera, e il pubblico (seppur in leggero calo) ha dimostrato di aver voglia di tornare a vedere i film in sala.
Ma nessuno può dire come sarà la situazione quando questa rassegna dovrebbe cominciare.
Alcuni Cantoni (Vallese, Berna…) hanno già deciso di chiudere le sale, ma le disposizioni del Consiglio federale del 28 ottobre permettono di tenerle ancora aperte per un massimo di 50 spettatori. E noi vogliamo tentare l’avventura fin quando sarà possibile. In Ticino alcuni cinema procedono ormai a ritmo ridotto, concentrando la loro offerta sul fine settimana.
Si dice che mancano i film attrattivi e, nella logica della distribuzione commerciale, sarà pur vero.
Eppure questa 27° edizione di Cinema dal mondo, che come sempre si prefigge di dare visibilità a film spesso ignorati dalle nostre sale, ne presenta ben 15, provenienti dall’Africa, dall’Asia e dall’America latina.
Quasi tutti hanno avuto la loro prima mondiale negli ultimi grandi festival che si sono potuti svolgere normalmente (Cannes, Venezia, Berlino…) e non pochi hanno in quelle sedi ricevuto importanti riconoscimenti:
l’Orso d’oro a Berlino per l’iraniano There is no Evil, la Caméra d’or per la miglior opera prima a Cannes per il guatemalteco Nuestras madres, l’equivalente Leone del futuro a Venezia nonché il Gran Premio del Festival di Friburgo per il sudanese You Will Die at 20, il Premio per il miglior film al Festival di Zurigo per il messicano Sin señas particulares.
E si tralasciano qui gli innumerevoli premi ricevuti dagli altri in festival cosiddetti “minori”, se no la lista sarebbe troppo lunga. Sono tutti film che nel resto della Svizzera riescono a trovare una loro discreta circolazione, ma che in Ticino (fatte salve quel paio di sale d’essai che cercano di resistere alla mentalità mercantile dominante) non arrivano o nel migliore dei casi arrivano col contagocce, anche perché da molto tempo ormai si è persa l’abitudine di proiettare i film nella loro versione originale sottotitolata. I 15 film che, speriamo, i cinefili ticinesi potranno ammirare dalla seconda metà di novembre fino a Natale consentono di esplorare in profondità realtà molto lontane da quella occidentale in cui siamo immersi e che spesso limita i nostri orizzonti costringendoci a sguardi sempre più fugaci (complice anche la pandemia che sembra essere diventata l’unica preoccupazione del mondo) su quel che succede altrove. Dal Marocco al Messico, dalla Georgia al Buthan, dall’Iran al Guatemala, si potrà immergersi per il tempo limitato di un film nelle situazioni e nei problemi di paesi che l’informazione spesso tralascia o affronta solo di striscio. Ma non si tratta solo di questo: abbiamo scelto questi film, fra i tanti possibili, soprattutto per le loro qualità cinematografiche, per le loro scelte formali, per la loro ricerca di linguaggi originali. Che poi sono le qualità che hanno permesso la loro selezione nei festival internazionali più prestigiosi. Michele Dell’Ambrogio Circolo del cinema Bellinzona |
Marocco ADAM Georgia AND THEN WE DANCED DA CHVEN VITSEK’VET Tibet (Cina) BALLOON QIQIU Perù CANCIÓN SIN NOMBRE Argentina INICIALES S.G. Marocco LE MIRACLE DU SAINT INCONNU Afghanistan LES HIRONDELLES DE KABOUL Francia LES INVISIBLES Colombia LITIGANTE Bhutan LUNANA: A YAK IN THE CLASSROOM Afghanistan MIDNIGHT TRAVELER Guatemala NUESTRAS MADRES Messico SIN SEÑAS PARTICULARES Iran THERE IS NO EVIL SHEYTAN VOJUD NADARAD Sudan YOU WILL DIE AT 20 Locandina PDF |
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