5 ottobre – 19 novembre |
Due anni fa i Circoli del cinema di Bellinzona e di Locarno avevano avviato una collaborazione con il festival culturale multimediale di Basilea Culturescapes, che organizza, con propaggini in tutta la Svizzera, importanti rassegne di teatro, musica, arti visive e cinema centrate su realtà nazionali o regioni del mondo. Allora fu l’occasione per un “focus sulla Polonia”, che aveva comportato la presentazione integrale del Decalogo di Krzysztof Kieslowski e di tre film di Pawel Pawlikowski. Quest’anno la scelta di Culturescapes è caduta sull’Amazzonia e a noi è sembrata un’occasione imperdibile per gettare uno sguardo su una delle regioni più affascinanti del globo, vitale per la nostra sopravvivenza, ma purtroppo oggi gravemente minacciata dall’incoscienza umana. Ai due circoli del cinema che già erano della partita con la rassegna sulla Polonia si è aggiunto il Cineclub del Mendrisiotto, e come due anni fa partner dell’iniziativa è anche il Teatro sociale di Bellinzona. Non solo, la Città di Bellinzona, che organizza in ottobre la seconda edizione del festival Sconfinare, ha pure deciso di partecipare inserendo il tema dell’Amazzonia all’interno della sua manifestazione. Siamo quindi particolarmente felici di queste sinergie, che permettono di raggiungere pubblici diversi per le varie proposte che saranno in cartellone. La scelta dei 7 film che i cineclub presentano è opera esclusivamente nostra, anche se la maggior parte figura pure nei programmi dello Stadtkino di Basilea e dello Xenix di Zurigo, anch’essi partner di lunga data di Culturescapes. A Bellinzona e Locarno abbiamo deciso di iniziare e di chiudere il programma riproponendo due capolavori tormentati di Werner Herzog, entrambi interpretati da Klaus Kinski: Aguirre, der Zorn Gottes del 1972 e Fitzcarraldo del 1982. Tra i due abbiamo inserito film molto più recenti, fiction e documentari, che permettono di indagare gli aspetti oggi più problematici della foresta amazzonica: dalla deforestazione irresponsabile ad opera di speculatori senza scrupoli, con la benedizione del presidente brasiliano Bolsonaro, alla sempre più precaria condizione dei popoli indigeni, che vedono la loro identità culturale minacciata da una “modernità” invadente e irrispettosa. Sguardi sul passato, remoto e prossimo, come nell’ipnotico El abrazo de la serpiente di Ciro Guerra, sulle tracce di due esploratori occidentali ma dove la prospettiva non è più quella dei bianchi occupatori ma quella degli indios occupati. E sguardi sul presente, come in A febre di Maya Da-Ryn o in Los silencios di Beatriz Seigner, entrambi segnati da quel “realismo magico” che ha fortemente influenzato la cultura sudamericana, o nel documentario Amazonian cosmos dello svizzero Daniel Schweizer, dove il viaggio verso nuove frontiere non è più quello dei colonizzatori ma quello degli autoctoni che lasciano temporaneamente la foresta per raggiungere le nostre città e lanciare un grido d’aiuto per la loro stessa sopravvivenza. E non manca un film, come Amazonia di Thierry Ragobert, dove gli umani sono assenti e che ha per protagonista una scimmia catapultata da uno stato di cattività nelle insidie di una Natura ancora incontaminata. Sguardi diversi, insomma, ma che speriamo possano servire a comprendere meglio la complessità del cosiddetto “polmone verde” del nostro pianeta, che oggi fatica sempre più ad assicurare una corretta respirazione non solo ai suoi abitanti, ma a tutti noi. Michele Dell’Ambrogio Circolo del cinema Bellinzona |
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