26 aprile – 7 giugno 2022 |
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Il cinema di Yorgos Lanthimos è crudele e ossessivo. E se da una parte i suoi film sono molto diversi tra loro – i primi completamente greci e gli ultimi più mainstream – è facilmente rintracciabile un tratto comune, un leitmotiv che rende possibile e sensata l’espressione “alla Lanthimos” per definire un nuovo genere cinematografico.
E quale potrebbe essere il marchio autoriale del regista? Probabilmente il modo di dipingere il mondo, feroce, parodico e grottesco: i film di Lanthimos, nonostante parlino della nostra società, lo fanno in modo indiretto, attraverso metafore.
La società descritta è claustrofobica, così come la tensione che si crea attorno alla trama. I personaggi sono esclusi dalla società e spesso non hanno un’identità, non hanno un nome, sono vittime dell’ossessione del controllo di altri, sono autodistruttivi e sono soli.
Questi personaggi spesso vengono esclusi anche dalle immagini, che tagliano loro fuori la testa dall’inquadratura.
Accanto alla componente visiva c’è una colonna sonora colta e ricercata, per la maggior parte costituita da brani già esistenti, che anticipa la trama e guida lo spettatore in ciò che succederà e che proverà: lo spettatore è confuso e angosciato fino alla fine del film e, soprattutto, oltre.
Anche il linguaggio assume un ruolo importante: non è più soltanto un mezzo di comunicazione, ma diventa uno strumento di controllo e di limitazione, un’arma. Yorgos Lanthimos nasce ad Atene nel 1973 e studia regia cinematografica e televisiva. La sua carriera di regista inizia girando degli spot televisivi. Il primo lungometraggio diretto unicamente da lui è Kinetta, film sperimentale che esce nella sezione Forum della Berlinale nel 2005 – e che noi non presentiamo poiché praticamente impossibile da reperire. Il primo successo internazionale arriva con Kynodontas (2009), grazie a cui vince la sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes; inoltre il film viene candidato al premio Oscar come miglior film straniero. Dopo Alps (2011), con cui vince un premio per la migliore sceneggiatura al Festival di Venezia, Lanthimos si sposta a Hollywood e gira il suo primo film in lingua inglese: The Lobster, presentato in concorso al Festival di Cannes del 2015, dove vince il Premio della Giuria. Il sacrificio del cervo sacro, 2017, vince a Cannes per la migliore sceneggiatura. L’anno successivo The Favourite fa, ancora una volta, incetta di premi. Al momento il regista greco sta lavorando al suo ultimo film: Poor things. Nell’arco di 17 anni e di 6 film, Lanthimos riesce a farsi conoscere come autore e a conquistare una fama che in pochi sono riusciti a ottenere così giovani. La rassegna ripercorre la carriera del regista a ritroso, cominciando quindi dal film più recente e retrocedendo fino ad arrivare a Kinodontas. Questo perché i primi film sono i più duri e, forse, più apprezzabili alla luce della sua evoluzione. Manuela Moretti Circolo del cinema Bellinzona |
KYNODONTAS ALPS THE LOBSTER THE KILLING OF A SACRED DEER THE FAVOURITE Locandina PDF |
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