20 novembre - 21 dicembre 2024 |
Oltrepassata la soglia dei trent’anni, la rassegna dei cineclub ticinesi (Locarno, Bellinzona, Mendrisio) si avvia con passo sicuro verso la sua piena maturità. Il fatto che con il tempo si sia consolidata come uno dei nostri appuntamenti che riscuote il maggior successo di pubblico è senz’altro da ascrivere, da una parte, alla curiosità degli spettatori di conoscere o approfondire le condizioni di vita (spesso tragiche) in paesi che non sempre figurano in primo piano nella comunicazione mediatica, ma dall’altra al desiderio di poter vedere film di cui si parla molto nelle cronache dai festival internazionali ma che poi rimangono perlopiù invisibili, almeno nella nostra realtà provinciale. Anche per questo abbiamo da diversi anni deciso di indicare, nelle schede dei film, i festival in cui questi sono stati presentati e, nella maggior parte dei casi, i riconoscimenti ottenuti, spesso prestigiosi. Dei quindici film che figurano quest’anno nel nostro programma (come sempre provenienti da paesi non occidentali: Asia, America latina, Africa e Europa dell’Est), ben dieci sono stati premiati a Cannes, Venezia, Berlino o al Sundance. E anche gli altri hanno avuto la loro presenza nelle varie sezioni di questi festival. Pochi hanno già avuto, o avranno, visibilità nelle sale della Svizzera italiana, per cui “Cinema dal mondo” rimane un’occasione preziosa per poterli scoprire. Quest’anno la provenienza geografica vede una prevalenza di film del Medio e dell’Estremo Oriente (più della metà dei film, alcuni dei quali da paesi in cui non esiste una vera e propria industria cinematografica, come la Giordania, lo Yemen o il Bhutan), mentre l’altra metà riguarda l’America latina (Messico, Cuba e Brasile) e l’Europa dell’Est (Polonia, Estonia). Un solo film rappresenta l’Africa, anche se si tratta di una produzione francese (Hope di Boris Lojkine, nel cartellone di Locarno in collaborazione con l’Alliance française Locarno e Sopraceneri), ma a differenza degli altri che sono tutti recentissimi (2022-2024) è più datato (2014). Quali i principali temi affrontati? Spicca lo sguardo sulla condizione delle donne, che siano in Estonia (Smoke Sauna Sisterhood) o in paesi musulmani (Inshallah a Boy in Giordania, The Burdened nello Yemen, Terrestrial Verses in Iran), o della comunità LGBTQ+ (All Shall Be Well a Hong Kong). Ma ci sono film sul fenomeno migratorio (Green Border, sulla frontiera tra Bielorussia e Polonia, e il già citato Hope sulla rotta attraverso il Sahara), sulla dissidenza laddove vige la censura di Stato (Landrián a Cuba, Terrestrial Verses in Iran), sulla violenza endemica contro popolazioni autoctone (Chrowrã – The Buriti Flower in Brasile) o esercitata dai poteri industriali o dai cartelli della droga in Messico (Perdidos en la noche, Hijo de sicario), o ancora sul conflitto tradizione-modernità (The Monk and the Gun in Bhutan, L’arbre aux papillons d’or in Vietnam). Comunque la qualità artistica di un film va al di là del tema affrontato, e osiamo sperare che questa sia la prerogativa di tutti i film della rassegna. Agli spettatori, che ci auguriamo numerosi come nelle scorse edizioni, toccherà confermarlo o smentirlo. Buone visioni! Michele Dell’Ambrogio Circolo del cinema Bellinzona |
Hong Kong ALL SHALL BE WELL Mongolia CITY OF WIND Brasile CHROWRÃ THE BURITI FLOWER Polonia GREEN BORDER Nigeria/Marocco HOPE Messico HIJO DE SICARIO (SUJO) Giordania INSHALLAH A BOY Cuba LANDRIÁN Vietnam L’ARBRE AUX PAPILLONS D’OR INSIDE THE YELLOW COCOON SHELL Messico PERDIDOS EN LA NOCHE Cina RETURN TO DUST Estonia SMOKE SAUNA SISTERHOOD Iran TERRESTRIAL VERSES KAFKA A TEHERAN Yemen THE BURDENED Bhutan THE MONK AND THE GUN C’ERA UNA VOLTA IN BHUTAN Locandina PDF |
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