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Soggetto e sceneggiatura: Luis Buñuel, Jean-Claude Carrière; fotografia: Christian Matras; montaggio: Louisette Taverna-Hautecoeur; musica e effetti sonori: a cura di Luis Buñuel; interpreti: Paul Frankeur, Laurent Terzieff, Alain Cuny, Bernard Verley, François Maistre, Claude Cerval, Bernard Musson, Julien Bertheau, Michel Piccoli, Agnès Capri, Michel Etcheverry, Pierre Clementi, Georges Marchal, Jean Piat, Daniel Pilon, Denis Manuel, Claudio Brook, Marcel Peres, Delphine Seyrig, Jean-Claude Carrière, Edith Scob, Muni...; produzione: Serge Silberman per Greenwich Films (Parigi) e Fraia Film (Roma).
Sulla via del santuario di Santiago de Compostela (la "via lattea") i vagabondi Pierre (Frankeur) e Jean (Terzieff), grazie a una serie di personaggi e visioni, ripercorrono la storia del cristianesimo, dei suoi dogmi e delle sue eresie: due frati di ordini differenti che risolvono a duello il diverbio sul concetto di Grazia e Predestinazione; un vescovo che polemizza con un gruppo di giovani sul dogma della Trinità; il marchese De Sade (Piccoli) che convince una donna che Dio non esiste; un plotone di anarchici che fucila il papa; Cristo (Verley) che pronuncia parole incomprensibili, rinuncia a tagliarsi la barba dietro suggerimento derlla Madonna (Scob) e fallisce i suoi miracoli. "Ateo per grazia di Dio", Buñuel mette il sacro alla prova del suo spirito curioso e iconoclasta; il vero bersaglio, comunque, è più la follia delluomo che la religione in sé. Il racconto senza nessi logici ricorda quello dei suoi primi film surrealisti: disarticolato e inventivo, continuamente in viaggio tra passato e presente, spezzato da parentesi, digressioni e monologhi ora picareschi ora fantastici, riesce a conquistare lattenzione dello spettatore su un argomento non certo dei più comuni e contemporaneamente dimostra lassoluta libertà inventiva del sessantanovenne Buñuel, "capace di rendere contagiosa grazie allo humour e alla vertigine intellettuale linquietudinje del proprio spirito". Il cosceneggiatore Jean-Claude Carrière è Priscilliano, che invita al libero amore per mortificare la carne.
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