|
|
Soggetto e sceneggiatura : Luis Buñuel, Jean-Claude Carrière; fotografia: Edmond Richard; montaggio: Hélène Plemiannikov; interpreti: Bernard Verley, Jean-Claude Brialy, Monica Vitti, Milena Vukotic, Paul Frankeur, Paul Le Person, Michel Lonsdale, François Maistre, Jean Rochefort, Adolfo Celi, Claude Piéplu, Julien Bertheau, Adriana Asti, Michel Piccoli, Muni, Marie-France Pisier, Bernard Musson...; produzione: Serge Silberman per Greenwich Films (Parigi).
Una serie di episodi apparentemente slegati tra loro: La Spagna di fine Settecento è invasa dallesercito della neonata Repubblica francese, ma il popolo non vuole essere liberato dal giogo del potere; un ufficiale dei dragoni profana la tomba di una nobile e scopre che il cadavere è perfettamente conservato; nella Parigi odierna, uno sconosciuto regala a un bambino alcune foto della città, scandalizzando i genitori; di notte, luomo vede nella sua camera una donna, un postino e uno struzzo; in un albergo alcuni frati giocano a poker sostituendo alle fiches dei santini; un giovane sinvaghisce della zia che ha il viso da vecchia ma il corpo da ragazza; un uomo si fa fustigare da una donna; un ispettore di polizia cerca di imporre la disciplina militare a un gruppo di allievi; un uomo denuncia la scomparsa della figlia che è sotto i suoi occhi; un cecchino che spara sulla folla viene arrestato e poi liberato tra il plauso generale; in seguito alla telefonata della sorella morta, il prefetto di Parigi si reca al cimitero e viene arrestato come violatore di tombe; poi incontra il suo sostituto e insieme dirigono una carica contro dei manifestanti nello zoo della città. Lultima immagine è il primo piano di uno struzzo. Il tripudio dellassurdo e del surreale, dove le istituzione della società borghese e le regole del racconto (che a quella cultura appartiene) vengono sovvertite o, meglio, negate con pari veemenza. Un film tra i più criptici di Buñuel, decisamente non per tutti i gusti, ma affascinante nella sua totale disorganicità. La sovversione concettuale, sempre attuata attraverso il puro gioco delle immagini, avviene sulla base di una personale "retorica del disordine", che prevede ad esempio linserimento di un elemento spurio in un contesto congruente (la donna nuda che suona il pianoforte in un salotto bene) o linversione di due codici di comportamento opposti (mangiare-defecare). Inutile fare appello alla logica e tentare di ricostruire unipotesi di storia che consenta di afferrare tutti i significati del film: Buñuel procede per libere associazioni e chiede allo spettatore di scardinare le proprie strutture mentali, riflesso di un sistema sociale errato, per aprirsi a un immaginario senza vincoli di sorta. Solo così la libertà che tutti crediamo di possedere può non ridursi a un mero fantasma.
|
|