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Soggetto e sceneggiatura: Luis Buñuel, Julio Alejandro, dal romanzo omonimo di Benito Pérez Galdós; fotografia: José F. Aguayo; montaggio: Pedro del Rey; interpreti: Catherine Deneuve, Fernando Rey, Franco Nero, Lola Gaos, Antonio Cases, Jesús Fernández, Vicente Soler, Sergio Medizábal...; produzione: Juan Esterlich per Epoca Films (Madrid), Talía S.A. (Madrid), Selenia Cinematografica (Roma), Les Films Corona (Parigi).
Rimasta sola, la giovane Tristana (Deneuve) si trasferisce dal tutore don Lope (Rey) che le riserva unattenzione sempre più morbosa. Dopo averlo lasciato per un giovane pittore (Nero), torna da lui: amputata di una gamba, Tristana sopporta sempre meno lattenzione di don Lope e quando, una sera, lui sta male, lei finge di chiamare il medico e poi apre la finestra al vento glaciale dellinverno. Il film racconta, con la tradizionale attenzione entomologica di Buñuel, i condizionamenti che le convenzioni e le ideologie della borghesia operano sul comportamento umano: al centro, la storia di "una liberazione mancata" e soprattutto il ribaltamento della dialettica vittima-carnefice, visto che Tristana impara così bene la lezione di ipocrisia e di crudeltà di don Lope da utilizzarla proprio contro di lui. Senza ricorrere a interferenze tra reale e immaginario (cè una sola sequenza di sogno, anche se le immagini dellamputazione e della protesi della gamba sono decisamente fuori dal comune) Buñuel riesce comunque a costruire un mondo inquietante e affascinante in cui lo spettatore può leggere i propri incubi e le proprie pulsioni.
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