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Soggetto e sceneggiatura: Luis Buñuel, Julio Alejandro; fotografia: José F. Aguayo; montaggio: Pedro del Rey; musica: Gustavo Pittaluga e brani da Il Messia di Haendel, Requiem di Mozart, Nona sinfonia di Beethoven; interpreti: Silvia Pinal, Fernando Rey, Francisco Rabal, Margarita Lozano, Victoria Zinny, Teresita Rabal, Rosita Yarsa, José Maria Lado...; produzione: Gustavo Alatriste e Pedro Portabella per Uninci e Films 59 (Madrid) e Producciónes Alatriste (Messico).
La novizia Viridiana (Pinal) rinuncia a prendere i voti dopo che lo zio (Rey) ha cercato di violentarla e si è suicidato. Non di meno decide di esercitare la carità, ma i suoi buoni propositi falliscono. Dopo che i mendicanti cui ha dato asilo si scatenano in unorgia blasfema, forse accetterà il pragmatico cinismo del cugino (Rabal). Tre anni dopo Nazarín, unaltra imitatio Christi finita male. Il laico Buñuel fa vincere gli istinti contro la religione, ma resta il dubbio angosciante, e quasi bressoniano, sulla presenza del Male nel mondo. Per evidenziare la degradazione del sacro nel mondo moderno Buñuel procede a una sconsacrazione delliconografia cattolica (dal crocifisso che cela un coltello alla parodia dellUltima cena di Leonardo da parte dei mendicanti) che non è mai stata digerita (tantè che il film circola pochissimo sul piccolo schermo). Privo di divagazioni e sberleffi surrealisti, uno dei suoi film più complessi e inquietanti. Palma doro a Cannes ex aequo con Linverno ti farà tornare di Henri Colpi. Primo film di Rey con Buñuel.
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