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Regia: Leopold Lindtberg. Sceneggiatura: Richard Schweizer, Kurt Guggenheim. Dialoghi svittesi: Dr. Hermann Stieger. Fotografia: Emil Berna, assistito da Umberto Bolzi. Assistente di regia: Max Bachmann. Musica: Robert Blum. Scenografia: Fritz Butz (interni), Robert Furrer (esterni). Consulente storico: Dr. Linus Birchler. Consigliere artistico: August Schmid. Montaggio: Käte Mey. Costumi: Robert Gamma. Suono: Max Niederer. Direzione di prod.: Robert Blum. Produttore: Lazar Wechsler, Praesens-Film, Zürich. Durata: 3200 m. Visto di censura: F-12350. Interpreti: Heinrich Gretler (landamano Werner Stauffacher), Anne-Marie Blanc (Margret Stauffacher, sua figlia), Fred Tanner (Reeta Stauffacher, suo figlio, un monaco), Cesar Alemanni (Werni Stauffacher, suo figlio), Ellen Widmann (sua nonna), Hermann Stieger (landamano d'Unterwalder), Johannes Steiner (landamano d'Uri), Emil Gerber (Meier von Ersfeld), Leopold Biberti (Goliath), Emil Hegetschweiler (il traditore Balz), Zarli Carigiet (Bueler).
Hitler invade l'Olanda, il Belgio e il Lussemburgo, tre paesi di cui aveva promesso di rispettare la neutralità. La sconfitta repentina della Francia crea un clima di demoralizzazione anche in Svizzera, accerchiata dalle potenze dell'Asse. Il discorso radiofonico del 25 giugno 1940 del presidente Marcel Pilet-Golaz è giudicato disfattista e filo-germanico. Tra i contrari a questo atteggiamento il generale Guisan. Intanto viene approntata la strategia del ridotto nazionale, la difesa arroccata sulle Alpi in caso di guerra. Il 25 luglio, 650 ufficiali giurano fedeltà alla patria sul praticello del Grütli. Quale contro-propaganda ai film di Goebbels, il consiglio federale obbliga i cinema ad abbonarsi al Cine-giornale svizzero. Wechsler, Lindtberg e Schweizer, per rispondere alle necessità del momento, optano per un soggetto incentrato sul personaggio leggendario di Werner Stauffacher, landamano di Svitto tra i capi firmatari del patto del Gruetli del 1291 e condottiero alla battaglia di Morgarten, in cui, sotto larmatura, non si fa fatica a riconoscere la figura del generale Guisan. Il personaggio è costruito su misura per Gretler, mentre Schweizer scrive la sua prima sceneggiatura non adattata da un'opera letteraria. Il film osteggiato dal governo Pilet-Golaz non beneficerà di sostegni pubblici. I costi, enormi per l'epoca (oltre 200'000 franchi), comprendono la costruzione di un villaggio del 13. secolo vicino al lago di Svitto e 500 figuranti in costume. Il consiglio federale tarda a lungo a concedere l'autorizzazione per le riprese (si era in zona militare) rischiando di far fallire l'impresa e rendendo necessario l'intervento del generale Guisan: le riprese poterono iniziare solo sotto sorveglianza militare. Alla sua uscita, l'entusiasmo per la valenza politica dell'opera, la prima a carattere storico, prevale sulla critica oggettiva di un film con alcuni momenti di qualità, ma complessivamente disomogeneo, anche se Lindtberg riesce ad evitare i tranelli dell'agiografia.
Alla conclusione del film Lindtberg riprende le regie teatrali dando vita ad una delle più importanti rappresentazioni di sempre: la prima mondiale il 19 aprile 1941 di "Madre Coraggio e i suoi figli" con Therese Ghiese nel ruolo principale e Wolfang Langhoff in quello di Eilif. Fu tra l'altro Theo Otto qualche mese prima a ricevere dall'amico Brecht il manoscritto della pièce.
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