Circolo del cinema di Bellinzona


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clint eastwooD    

regista  settembre 2010 - MAGGIO 2011

 

LETTERS FROM IWO JIMA

LETTERE DA IWO JIMA, 2006


Sceneggiatura: Iris Yamashita, su un soggetto di Iris Yamashita e Paul Haggis, dal libro Picture Letters from Commander in Chief di Tadamichi Kuribayashi; fotografia: Tom Stern; montaggio: Joel Cox e Gary D. Roach; musica: Kyle Eastwood e Michael Stevens (orchestrata e diretta da Lennie Niehaus; interpreti: Ken Watanabe, Kazunari Ninomiya, Tsuyoshi Ihara, Ryo Kase, Shidou Nakamura, Hiroshi Watanabe, Takumi Bando, Eijiro Ozaki...; produzione: Clint Eastwood e Steven Spielberg per Malpaso/Amblin Entertainment e Dream Works/Warner Bros.


35mm, colore, v.o. st. f/t, 140'


Iwo Jima, 1945: il generale Tadamichi Kuribayashi (Watanabe) fa scavare una rete di tunnel per organizzare la difesa contro gli americani; in questo modo potranno resistere più a lungo a forze soverchianti. E se il generale e il barone Nishi (Ihara), ex campione olimpico di equitazione, combattono a malincuore un nemico che stimano, tanti altri umili soldati – come il fornaio Saigo (Ninomiya) e Shimizu (Kase) – una volta profilatasi la sconfitta, cercheranno di arrendersi e di non eseguire gli ordini dei superioi fanatici che li vogliono costringere al suicidio.


Il film gemello di Flags of Our Fathersmostra la cruenta battaglia dal punto di vista giapponese. Un'operazione che nel cinema bellico americano non era mai stata realizzata in modo così radicale e rigoroso. Eastwood (che fa parlare gli attori nella loro lingua, e ha imposto ovunque i sottotitoli) si cala con naturalezza nei panni del nemico di allora, fa appassionare lo spettatore per i personaggi e non ha paura di mostrare le crudeltà commesse dagli americani. Il risultato è un film più lineare e commovente del precedente, e più limpido nell'ideologia: anche se non si può certo parlare di pacifismo, Eastwood mostra che gli eroi non sono solo i militari cavallereschi come Kuribayashi e Nishi, ma anche i soldatini che cercano di tornare a casa tutti interi. Sceneggiatura dell'esordiente Iris Yamashita, che firma il soggetto con Paul Haggis e si è ispirata alle vere lettere di Kuribayashi e dei soldati giapponesi. È costato di meno dell'altro film (15 milioni di dollari contro 55), è piaciuto di più a critica e pubblico e ha portato a casa un Golden Globe come miglior film in lingua straniera (!) e 4 candidature agli Oscar (anche se una sola statuetta, per il montaggio del sonoro).