3 settembre – 12 ottobre |
KHANE-YE DUST KOJAST? Iran 1987 Con Babak Ahmadpoor, Ahmad Ahmadpoor, Khodabakhsh. Colore, v.o. farsi, st. f, 83’ Per evitare che un suo compagno di scuola venga punito, Ahmad gli deve riportare il quaderno, finito per sbaglio nella propria cartella: ma non sa dove abiti. Kiarostami mette in scena con apparente neutralità le peregrinazioni di Ahmad tra adulti indifferenti e ostili: ma poco per volta lo spettatore si ritrova dentro la storia, a soffrire con il piccolo protagonista. Si potrebbe citare Rossellini per la purezza dello sguardo e il taglio semidocumentaristico; Bresson per la depurazione formale e per la bellezza mai estetizzante delle immagini; ma non si deve cadere nel vizio di ricondurre al noto ciò cui non si è abituati. Kiarostami, tra i più conosciuti cineasti del suo paese, è semplicemente un grande maestro: che, con nulla, costruisce una suspense incredibile. Il realismo sfonda verso il fantastico (specie nell’uso del sonoro, con quel vento e quei latrati), e la poesia emerge sorprendendo lo spettatore (come il fiore nel quaderno nell’ultima, splendida immagine), lasciandolo disarmato. (Scheda sul film tratta da Il Mereghetti. Dizionario dei film 2021, Milano, Baldini+Castoldi, 2020.) |
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