3 settembre – 12 ottobre |
BAD MA-RA KHAHAD BORD Francia/Iran 1999 Con Behzard Dourani e gli abitanti del villaggio di Siah Dareh. Colore, v.o. farsi, st. f, 118’ Un gruppo di persone arriva in uno sperduto villaggio del Kurdistan iraniano: nessuno sembra sapere cosa fare e uno di loro, costretto a lunghi spostamenti per cercare il luogo migliore da cui comunicare con un telefono cellulare, sembra interessarsi al destino di una vecchia malata. Kiarostami lascia lo spettatore con tutte le sue domande – chi sono? Chi le manda? Hanno ottenuto quello che volevano quando ripartono? – chiedendo all’intelligenza (e all’immaginazione) dello spettatore di riempire i buchi neri della sceneggiatura (del regista, da un’idea di Mahmoud Ayedin). Intanto ci fa scoprire la poesia della natura, il valore della tradizione, l’invadenza della modernità, la dignità o l’aggressività delle persone. Un cinema al margine degli avvenimenti che però riesce a essere al centro delle cose, metafisico e insieme ironico. E moderno perché sa interrogarsi sui limiti del cinema (che cosa si può filmare? Come si racconta la realtà?). Senza vezzi cinefili, anche se con un’ombra di autocompiacimento. Premio speciale della giuria a Venezia (con delusione del regista che si aspettava, giustamente, il Leone d’oro). (Scheda sul film tratta da Il Mereghetti. Dizionario dei film 2021, Milano, Baldini+Castoldi, 2020.) |
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