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RUSSKIJ KOVCEG RUSSIAN ARK L'ARCA RUSSA Aleksandr Sokurov, Russia/Germania 2002
Senza una vera giustificazione, un uomo del nostro secolo si ritrova all'Ermitage di San Pietroburgo in compagnia di un burbero intellettuale tedesco dell'Ottocento, ed è testimone di una serie di eventi che si svolgono in varie epoche all'interno dell'edificio: sbircia Pietro il Grande, Caterina di Russia e la famiglia dell'ultimo zar; vede i turisti contemporanei che visitano il museo; partecipa a un gran ballo di fine Ottocento e scopre, alla fine, che il palazzo galleggia in un mare per l'eternità. Senza stacchi, vediamo tutto questo in soggettiva, in un unico piano-sequenza. Un tour de force tecnico incredibile - necessario per garantire evidenza “miracolosa” alle situazioni - e una messa in scena da kolossal (tremila comparse coordinate con tempismo impressionante) per riflettere, con accenti apocalittici, sulla fine della Storia e la memoria della cultura russa (e dell'intero Occidente). Il risultato è stato criticato per una certa nostalgia che può apparire reazionaria e antistorica, ma così grandioso e ambizioso da suscitare ammirazione. Ed è affascinante anche come viaggio di fantascienza in uno spazio-tempo che ricorda, a suo modo, Solaris e Stalker di Tarkovskij. Sequenze come il ballo finale e l'uscita dalla scalinata sono di enorme intensità: vera celebrazione di una civiltà che si avvia all'uscita. Sokurov ha usato la videocamera digitale Sony 24P-HD da 24 fotogrammi al secondo, la stessa usata da Lucas per gli ultimi Star Wars. |
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