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MAT'I SYN MADRE E FIGLIO Aleksandr Sokurov, Russia/Germania 1997
In una campagna vicino al mare, un figlio assiste la madre morente. La storia è tutta qui, e tanto basta: i dialoghi sono scarni e toccanti, i temi sono alti e fuori dal tempo: l'uomo di fronte alla natura e alla morte, l'amore filiale, la memoria. Ma tutto è alluso indirettamente, attraverso uno stile fatto di lunghi piani-sequenza in cui l'inquadratura è deformata da lenti anamorfiche e filtri; con lo scopo di creare un cinema di emozione pura, di intensità lancinante, che passa attraverso l'esperienza del tempo: lo sguardo si perde in immagini ispirate alla tradizione del paesaggio romantico di Caspar David Friedrich, e si lascia guidare da un sonoro suggestivo e quasi subliminale, che mixa suoni della natura e brandelli di musica classica. Primo film a trovare circolazione in Italia del regista russo considerato l'erede di Tarkovskij. All'estero gente come Scorsese, Susan Sontag e Nick Cave hanno elogiato questo capolavoro; qui da noi (in Italia), grazie anche a una distribuzione demente, non se n'è accorto quasi nessuno. |
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